BENVENUTI. Eccoci qui, ancora noi. Come se il tempo non fosse mai passato. Invece…invece di acqua ne è passata sotto i ponti ed ha portato via tante cose, ma quella voglia di ridere che nasce dal senso del ridicolo, dalle assurdità e dai controsensi dell animo umano, dal gusto grottesco della vita, mai. Nessuno potrà mai portarci via la voglia di scherzare sugli episodi più orrendi dell’ essere umano dalla piccola alla grande scala, perchè è l’unico modo che abbiamo per esorcizzarli, combatterli ed evitare che ritornino.

Benvenuti, quindi, in questo spazio dedicato ad uno dei più grandi e controversi autori di fumetti italiani: Franco Fortunato Gilberto Bonvincini, per gli amici, BONVI.

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Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini, in arte BONVI nasce in una tiepida giornata di fine marzo (precisamente il 31 Marzo) a Modena durante i bombardamenti del 1941, viene poi registrato anche a Parma dalla madre per usufruire dei benefici della seconda tessera annonaria (necessaria per l’approvvigionamento di viveri durante la seconda guerra mondiale).

Figlio di una religiosa famiglia medio-borghese italiana (la madre insegnante ed il padre ingegnere), la sua rocambolesca esistenza coadiuvata dal forte spirito artistico ( ma anche imprenditoriale) si prefigura tale fin dai primi anni della sua vita quando ancora bambino inizia a scrivere il giornalino del campus La Città dei Ragazzi a Modena, arricchendolo con spassosissime vignette e illustrazioni.
Accanito lettore ( di fumetti soprattutto, Topolino in particolare e di diverse testate quali il Vittorioso, di cui ne conserverà varie copie all’ interno della sua casa-studio in via Rizzoli), Bonvi inizia fin da ragazzino a disegnare fumetti, soprattutto di guerra, tematica alla quale risulta essere appassionato fin da subito.
La sua adolescenza scorre felice tra i placidi violetti di una Modena che non esiste più e tra le calde estati passate al mare con la famiglia, ma non solo.
Sopratutto con gli amici compagni di mille avventure e scherzi, Bonvi inizia a definire quei tratti di una personalità a volte gioviale altre volte schiva ed adombrata che più lo caratterizzeranno durante il corso della sua vita.
Tra gli amici più importanti compare “un certo” Francesco Guccini, con il quale, a cavallo tra il 1959 ed il 1962 realizzerà i primissimi proto fumetti e le loro prime storie firmate a quattro mani Bonvicini & Guccini appunto.
Un’ amicizia molto importante che li vedrà coinvolti insieme in molti progetti ed avventure, prime tra tutti, quella del servizio militare che bonvi inizia un anno dopo Francesco, precisamente nel 1962 a Visco di palmanova (UD) assegnato con il grado di sottotenente al 63’ Battaglione Carri, caserma Sbaiz, quinta Armata, Gruppo Squadroni Genova Cavalleria.
In quegli anni Bonvi comanda un plotone di sei carri armati M-47, gli stessi con i quali, un pomeriggio d’agosto del 1963, in una pietraia ai confini tra Cormons e Gorizia, indispettito dai continui sberlerleffi dei contadini Jugoslavi, varca il confine italiano con intenti bellicosi dichiarando così guerra alla Federazione Iugoslava.
Bonvi se la caverà con qualche giorno di licenza (trascorsa a Riccione) per malattia psichiatrica, apprendendo una lezione fondamentale: la somma e semplice verità di ogni esercito consiste nel fatto che, più grossa la combini, meno vieni punito.

Erano glI anni che bonvi trascorre tra avventure, richiami, nonnismi ma anche tragedie, come quella del Valliont avvenuta tra la fine del Novembre il Dicembre del 1963. L’ esperienza gli frutta una meritatissima decorazione ed un Natale memorabile passato strappando ai corvi, a suon di sassate, gli ultimi poveri corpi tra le macerie, ma soprattutto lo scenario scioccante che gli resterà a lungo impresso, ispirandogli anni dopo alcune ambientazioni di Cronache del Dopobomba.
Erano gli anni di letture come Comma 22 di Joseph Heller, Il Deserto dei Tartari di Dino Buzzati, Un anno sull’ Altipiano di Emilio Lussu e di vari titoli di Hans Hellmut Kirst, Sven Hassel, Mario Rigoni Stern, Erich Maria Remarquez, il Kaputt di Curzio Malaparte: erano gli anni inni cui nacquero Sturmtruppen.

“(…) E’ ormai leggenda come l’Artista ebbe la prima e folgorante intuizione delle Sturmtruppen: fu quando esso, nell’ Agosto del 1963, al comando di cinque carri armati M.47, dichiarò guerra alla Jugoslavia, sfortunatamente, perdendola.
Fu allora che il Genio si accorse della vera essenza della vita militare: un’ esasperazione dei doveri e degli obblighi che, più o meno occultamente, condizionano l’uomo nel corso della sua esistenza; la vita, come una sterminata caserma, quindi, con i suoi capi le sue regole dettate da antichissime convenzioni: da una parte i gradutati, dall’ altra la truppa.”

Bonvicini geom.. Franco
Sturmtruppen, 1976 casa editrice Dardo

Tornato dal servizio militare Bonvi riprende la sua roccambolesca esistenza tra viaggi al polo Nord, Russia e Groenlandia e fumetti.
Tanti fumetti, ma non solo.
Correva l’anno 1965 quando Bonvi, spinto dal fraterno amico Francesco Guccini entra a fare parte dello studio di animazione di De Maria che al tempo realizzava le pubblicità dei famosi Caroselli per l’amarena Fabbri e l’acqua Ferrarelle.
Affascinato da questo mondo Bonvi ne entra a fare parte come cartoonist ma anche come gagman e creatore di sceneggiatore per le famose rèclames dell’ Amarena più famosa di italia.
Erano anni fervidi e ricchi di idee anni in cui Bonvi spostandosi freneticamente tra Modena e Bologna ha il tempo per creare anche i primi fumetti come Teens, simpatiche strisce che uscivano prima sulla gazzetta di Parma poi incluse in un volumetto dal titolo Prima del 68-Bonvi graffiti.
In quegli anni collabora anche con un periodico locale (Modena Sette) dove irride con una serie di surreali tavole a fumetti le abitudini dei propri concittadini ed il provincialismo tout court.
Ci sono già le premesse per quelle storie che poi usciranno su OFF SIDE e che successivamente verranno racchiuse in un volume dal rassicurante titolo “incubi di Provincia”.
Un anno prima del lancio ufficiale di Sturmtruppen (comparso su Paese Sera nel 1968 come vincitore del concorso indetto dal quotidiano) bonvi partecipa al Terzo Salone internazionale dei Comics di Lucca, presentando una storia ispirata allo stile di Mad di cui ne è già da tempo un assiduo lettore nonché collezionista.
Come anticipato, nel novembre del 1968 le Sturmtruppen vengono presentate insieme a Teens, eclissandolo, al quarto salone di Lucca.
Bonvi vince il concorso organizzato dal quotidiano rimano Paese Sera come autore esordiente che ne pubblicherà le strips nel 1969.
Le sturmtruppen, inoltre, sono protagoniste insieme alle storie lunghe di bonvi raccolte nel postumo volume “Incubi di Provincia”, di un’altra rivista antesignana del genere underground: OFF SIDE, di Roma.
E’ uin questi anni che Bonvi crea come unico proprietario e dipendente fino all’ arrivo di Guido Silvestri in arte Silver, a Modena la Playcomics, impresa produttrice di fumetti, regolarmente registrata alla camera di commercio.
Sono gli anni di Capitan posapiano che continuerà insieme a Insieme a Guido Silvestri in arte Silver ad ad altri collaboratori come Claudio Onesti e di Cattivik (pubblicato su Tiramolla, ed. Alpe 1968), personaggio che poi continuerà Guido Silvestri per un totale di quasi 54 episodi di cui una quarantina a quattro mani. Tradotto anche in francese con il nome di Malefik. Con Silver, inoltre, Bonvi crea Tom & Sam, duo multirazziale (l’uno di colore, l’altro bianco e biondo) di reporter soggetti a peripezie inenarrabili; si autoritari nel secondo mentre l’amico nel primo e sono pubblicati su una rivista effimera: Napoleone.
Bonvi crea quindi una vera e propria scuola di allievi modenesi stilisticamente affini a lui, che collaborano alla serie di suddetti fumetti, a nick Carter Story ed alla realizzazione del Nick Carter televisivo.
Sempre in quegli anni Bonvi porta a compimento un’ altro lavoro importante, su un primo momento destinato a durare lo spazio di pochi numeri sulla rivista Psyco: Storie dello Spazio Profondo, scritte insieme al suo fraterno amico francesco Guccini che raccontano le (dis-)avventure psichedelico-spazial-demeziali di una coppia di avventurieri spaziali formata da un biondissimo e bellissimo astronauta (Bonvi) ed il suo logorroico robottino (Guccini).
Erano gli anni ruggenti di fantascienza e Hottor, gli anni di barbaresca e vampirella che ne segnano per sempre l’immaginario del nostro autore.
Sempre in quegli anni seguivano le pubblicazioni sulla rivista Horror di alcune storie ai confini della realtà (le stesse poi racchiuse nel volume Incubi di Porvincia) ed una in particolare intitolata “i sopravvisuti” dove un vampiro ed un licantropo attendevano le loro vittime uscire dai rifugi dopo una catastrofe atomica: le cronache del Dopobomba erano già nell’ aria, ed infatti le prime 5 strip sono poi pubblicate nel 1973 sull’ unico numero (zero) di Undercomics, quindicinale senza futuro editoriale.
Nel 1970 pubblica una serie di striscio di attualità e feroce satira politica per il settimanale ABC, contemporaneamente, Giancarlo Governi, giornalista e allora direttore dei Programmi Speciali Rai con il pallino dei fumetti, dopo la visione di un carosello realizzato da Paul Campani, cerca proprio a Modena uno studio in grado di realizzare i fumetti animati ai quali avrebbe dedicato un programma di enorme presa sul pubblico, si trattava del nascente astro: Gulp! i Fumetti in Tv.
Bonvi e De Maria sono gli eletti.
Vine offerto loro di trasporre sullo schermo le avventure di Nick Carter, riuscitissima parodia di Bonvi del detective privato del detective privato di Jhon Russel Coryell (1886), già edito in italia dalla Nerbini.
I famosi tormentoni come “Mentre su new york calano le prime ombre della sera” e “dice il saggio tutto è bene quel che finisce bene…e l’ultimo chiuda la porta!” diventano luoghi comuni e fenomeni di costume nazional popolare.
Dagli episodi televisivi bonvi passa alla creazione di una serie di capolavori su carta: Nick Carter Story, dai quali estrapolerà poi successivamente molti episodi televisivi diventati celebri come “viva la revoluciòn” e “la mela meccanica”.
Queste storie lunghe vengono pubblicate nel 1972 sul corriere dei Ragazzi prima e su quello dei piccoli dopo.
Bonvi, Inoltre, narcisista inesausto, riesce persino a ritrarsi in due successive storie a fumetti del suo amato personaggio: prima nei panni di Jack London (suo amatissimo autore letterario) in “la pista dei molti soli”, successivamente in quelli di George Grosz, in “all’ ovest niente di nuovo” pubblicato nel 1974.
Passano gli anni e nel 1973 Paese Sera pubblica quella che nelle intenzioni dell’ Autore, dovrebbe essere l’ultima strip delle Sturmtruppen: la strip 0000, nota convenzionalmente come la 1369bis.
Leggende narrano che alcune strip (di cui se ne ignorano i numeri) furono estemporaneamente inchiostrate da Hugo Pratt in visita da Bonvi, che oberato di lavoro, non trovò nient’altro di meglio da fare….
In quegli anni, Bonvi viaggia molto: tra Messico, brasile ed Argentina e risale il rio delle Amazzoni insieme al compagno ed amico fidato Miguel, da lui caricaturato nel prigioniero da exterminare col quale riprenderà poi le Sturmtruppen una volta ritornato in patria.
L’anno seguente Bonvi inizia la collaborazione con la nota rivista francese PIF Gadjet, con Mario Gomboli dello studio “arcoquattro” che sceneggia Milo Marat (trasposto in Jolly Flipper per il mercato italiano ed edito dal corriere dei ragazzi), un esagitato investigatore privato dalle fattezze bonviane assai più popolare in Francia che in italia.
parimenti viene pubblicata l’edizione francese di Nick Carter (rinominata Nick Parker) insieme a quella tedesca, spagnola ed inglese.
Parallelamente compare sul numero zero di Undercomics la prima tavola di Cronache del Dopobomba, traduzione italiana del titolo del romanzo di philip K Dick “Dr. Bloodmoney or How we got along after the bomb” (1965), pubblicata da Mondadori per l’arcinota Urania.
La copertina di karel Thole, desolata, insieme a ricordi personali (vedi Vaillont, 1963), ispira a Bonvi le storie definite dalla critica come “il fumetto più cattivo e sconfortante mai visto”.
Difatti, in un paesaggio allucinato e sconvolto dal Fall-out atomico, si aggirano alla ricerca di cibo o di fulmineo sesso, subumanoidi, mutanti, e zombizzati dove il lieto fine non sopravviene mai e l’inquadratura finale delle vignette si conclude quasi sempre in modo identico a quella iniziale, in una camera fissa efficacissima.

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